Sette ragazze di tredici anni, sette scene e sette monologhi fanno da cornice tematica a un dramma in cui l’unica costante è l’inaffidabilità delle giovani quando si tratta di ricordi e dichiarazioni. Una commedia sulla necessità di andarsene via per poter realizzare pienamente la propria sessualità, per essere in grado di prendere decisioni sul proprio corpo e sulla propria vita.

C’è la cultura pop americana, Skype, Instagram. Ci sono le nonne, la teoria critica e l’ambiente patriarcale di una piccola città. Attraverso i loro mezzi, le sette ragazze vogliono raccontarci tutto, tranne come sono rimaste effettivamente incinte durante una gita scolastica.

Il mistero aleggia denso su quest’opera teatrale che, con la sua necessità di sfidare le regole preconfezionate dalla società, prova a riscrivere i concetti di famiglia e di patriarcato, rendendo artefici di questa piccola rivoluzione culturale un gruppo di teenager.

Lo spettacolo è stato rappresentato a Roma, Napoli, Milano, Torino sia in spazi convenzionali che in site specific incontrando ampi consensi da critica e pubblico per il suo equilibrio tra impegno sociale e forza artistica.

Dopo il successo della sua prima circuitazione, il progetto si apre ora anche alla sperimentazione di nuovi format, per ampliare il suo impatto e coinvolgere la comunità in un modo ancora più diretto e partecipativo in una forma di laboratorio-spettacolo che coinvolge giovani attrici

Come tutte le ragazze libere evolve verso una nuova dimensione, trasformandosi in un format laboratoriale e interattivo per contesti formativi o festival teatrali. L'obiettivo è avvicinare le giovani generazioni ai temi centrali dello spettacolo, coinvolgendole sulla scena attraverso azioni improvvisate e idee sviluppate nel laboratorio.

La struttura del testo, articolata in sette scene poetiche e commoventi, ma anche divertenti, alterna monologhi a momenti corali, permettendo l’aggregazione di gruppi numerosi e dando voce a una collettività. Questo approccio trasforma il teatro in uno spazio di dialogo e scoperta condivisa, amplificando l’impatto dei suoi temi.


Come tutte le ragazze libere

di Tanja Sljivar

regia: Paola Rota

un progetto di Paola Rota, Tanja Sljivar, Simonetta Solder

una coproduzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, 369gradi e PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe

progetto in collaborazione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale



progetti curati da Paola Rota

prossime date in programma

Indietro
Indietro

Un onesto e parziale discorso

Avanti
Avanti

Piccoli funerali