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  conDominio  

                           un progetto di Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti  

conDominio

un progetto di Concita De Gregorio e Sandra Toffolatti

realizzato da Festa Di Teatro Eco Logico a Stromboli

in coproduzione con 369gradi

la partnership di Ricola

il sostegno del Teatro di Roma

e di Artisti 7607

direzione artistica Alessandro Fabrizi (per Festa di Teatro Eco Logico), Paola Rota e Sandra Toffolatti

elaborazione site specific Hossein Taheri (per Festa di Teatro Eco Logico)

direzione di produzione Alessia Esposito (per 369gradi)

organizzazione Francesca Forlini, Otilia Jugaru (per Festa di Teatro Eco Logico), Elisa Pescitelli (per 369gradi)

riprese video di Lorenzo Letizia a cura del Teatro di Roma

La Festa di Teatro Eco Logico è un progetto di fluidonumero9 in coproduzione con 369gradi

realizzato grazie ad un contributo art-bonus di Ricola

l'immagine per ConDominio è a cura di Cristiano Demurtas - Studio Turandò

Il progetto conDominio nasce nei mesi del lockdown 2020, in piena pandemia, quando era fatto divieto assoluto a chiunque di uscire di casa se non in casi di necessità (comprovata, certificata) e tutte le attività produttive e culturali erano sospese per decreto. 

In quei mesi gli unici spazi esterni abitabili sono divenuti, giocoforza e complice il clima primaverile, gli spazi condominiali. Cortili interni, piccoli giardini, tetti e terrazze. Spazi né pubblici né completamente privati, in quanto condivisi: la dimensione esterna e comunitaria della propria abitazione. Il fuori del dentro. Ogni pomeriggio, attorno alle 18 e fin dopo il tramonto, i condòmini sono usciti a prendere aria, fare due passi, a cantare insieme e poi via via parlare, conoscersi, discutere, scambiarsi pietanze o cortesie, piccoli servizi. 

Lo spazio inevitabile della comunità è così tornato ad essere quello che nella concezione urbanistica e architettonica di molti nuclei abitativi era stata concepita come la funzione originaria: spazi condivisi dove le persone che vivono in uno stesso luogo possano entrare in relazione fra loro – pensiamo alle cosiddette utopie urbanistiche degli anni Sessanta/Settanta, l’unità di abitazione di Marsiglia di Le Corbousier, sul cui tetto era allestito un cinema, il Corviale, lo Zen. Nella vita di ogni giorno pre-lockdown gli ambienti immaginati per la vita in comune (il primo nucleo della polis, in una accezione appunto politica) sono rimasti disabitati e spesso sono caduti in condizioni di degrado. Vuoi per lo stile di vita individuale e collettivo, che ha chiuso ciascuno dentro la sua rotta privata, vuoi per i tempi, i modi della società, il crescere d’importanza della dimensione virtuale rispetto a quella reale. Tv, computer, telefoni. I cortili sono rimasti per i vecchi e per i bambini, i tetti per le antenne paraboliche che portano nelle case segnale tv. 

Ad un tratto la costrizione a cui siamo stati sottoposti ha mostrato il suo altro volto. Quello era sì uno spazio inevitabile, l’ora d’aria di una sorta di prigionia, ma al contempo si è mostrato come spazio vitale, colmo di possibilità e di occasioni, di scambi. Uno spazio fertile e felice. 

La dizione conDominio, che mette l’accento su Dominio, ha il senso di suggerire come si possa dominare e non subire la crisi. Si poteva, insomma, rovesciare il guanto. Governare il cambiamento. 

Negli stessi mesi migliaia di artisti, maestranze, persone che lavorano nel campo dell’arte dal vivo sono rimaste ferme: le produzioni bloccate, una moltitudine di lavoratori senza lavoro e senza paga. Si è diffusa rapidamente la modalità streaming, e abbiamo assistito a un profluvio di dirette sulle più varie piattaforme, quasi sempre ad accesso gratuito per gli utenti. Questo non risolveva dunque il problema del venir meno del reddito, per gli artisti, e soprattutto toglieva all’arte dal vivo la sua caratteristica costituiva: quella di essere un evento, appunto, live. Unico e irripetibile, costituito dalla presenza dei corpi e dalla relazione fisica fra artisti e spettatori, che ‘fanno’ lo spettacolo.

Ogni spettacolo, un luogo e una comunità diversa, raccontata dal Teatro di Roma attraverso sei documentari realizzati da Lorenzo Letizia, che segue non solo il momento dello spettacolo ma tutta la fase di preparazione e interazione delle compagnie con i diversi condomini. A partire dal 30 luglio fino al 16 agosto, i sei documentari saranno poi restituiti al pubblico tramite i canali online del Teatro di Roma. Un’esperienza teatrale intima ma collettiva, che nasce invisibile tra le maglie dei quartieri di Roma e che torna poi alla città intera, mettendo in connessione quei diversi spazi della comunità che abbiamo imparato a frequentare in questi mesi: da un lato quello fisico del condominio, dall’altro quello immateriale della rete.

 

6 appuntamenti in 6 spazi condominiali di Roma

dal 18 al 30 luglio 2020

 

offerti ai condomini e ai loro amici

prima del tramonto, rigorosamente "a spina staccata": 

senza utilizzo di corrente elettrica per l'illuminazione o l'amplificazione

 

Le 6 serate sono articolate a partire da un dialogo con lo spazio condominiale, che suggerisce i movimenti scenici, la prossemica e le dinamiche della performance

 

Le 6 serate tracciano un percorso in diversi quartieri di Roma

e giocano con le Lezioni Americane di Italo Calvino, 

i suoi appunti per il nuovo millennio, le parole: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e l'inizio di un'ottava "lezione" mai redatta - "Sul cominciare e sul finire". 

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