di Secteur in.Verso
drammaturgia e performance Chiara Boitani e Climène Perrin
aiuto regia Mathilde Chadeau
light design Titiane Barthel
cura del movimento primo studio Valerio Sirna
tutoraggio drammaturgico primo studio Daria Deflorian
produzione 369gradi, Cranpi e Secteur in.Verso
in coproduzione con Romaeuropa Festival
con i sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo, Carrozzerie N.O.T, La Villette, CNDC d’Angers, Studio Lab de La Ménagerie de Verre e École Normale Supérieure de Paris
grazie a Marion Siefert
progetto selezionato Powered by REf 2020
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info: Alessia Esposito

Ça ne résonne pas / Ça résonne trop
Due storie personali si intrecciano e costruiscono una parola comune, fatta di contraddizioni affettive e domande irrisolte: come fare? Come non soccombere alla disperazione interiore che ci mette di fronte alla catastrofe ecologica presente e futura? Come evitare una vita fatta di negazione, di paura pietrificante, di rabbia insoddisfatta? Quali strade dobbiamo intraprendere per ritornare a sentire, per trovare i nostri legami con l’ecosistema terrestre e per agire di conseguenza?
La questione ecologica, e la sensazione d’urgenza che l’accompagna suscita un’ambivalenza emozionale e un rapporto complesso all’azione. Due o corpi in scena cercano il modo di accedere al “non-umano” attraverso il discorso, il dialogo e il tentativo fisico di empatizzare con l’oggetto inanimato e quotidiano: partire da una sedia per scoprire la foresta, esplorare la lampada per spingere le porte di una centrale nucleare. Due figure in scena ricercano il rapporto con la catastrofe e le rovine del nostro pianeta attraverso la finzione, la letteratura, i sogni. La metamorfosi dei loro corpi con gli oggetti che le circondano, le portano nell’altrove della memoria e di un futuro non più così lontano.
Le loro azioni e parole risuonano con le riflessioni politiche ed ecologiche che incarnano, ma da cui si sentono allontanate nella vita di tutti i giorni.